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Cecilia Böhl de Faber y Larrea (1796-1877) è stata una scrittrice spagnola con lo pseudonimo Fernán Caballero.

Biografia[]

Cecilia nacque a Morges in Svizzera nel 1796, figlia del console Juan Nicolás Böhl de Faber (spagnolo nato ad Amburgo) e di Francisca Javiera de Larrea Aheran Moloney (di padre spagnolo e madre irlandese). Passò l'infanzia e l'adolescenza ad Amburgo dove ricevette un'educazione profondamente cattolica. La sua famiglia poi si trasferì a Cadice in Spagna quando lei aveva diciassette anni, nel 1813. Il padre di Cecilia si convertì al cattolicesimo quell'anno e promosse il Romanticismo in Spagna, mentre sua madre difendeva i valori dell'Ancien Régime. Cecilia iniziò presto a scrivere e scelse lo pseudonimo Fernán Caballero perché le piaceva il senso di antico e cavalleresco che il nome evocava.

Nel 1816 Cecilia sposò il capitano di fanteria Antonio Planells y Bardají e la coppia andò a vivere a Porto Rico. Il matrimonio durò pochissimo a causa della morte di Antonio. Cecilia passò un periodo di depressione ospitata da un superiore di Antonio prima di fare ritorno in Spagna nel giugno del 1818. Si trasferì poi da sua zia ad Amburgo. Qualche anno dopo tornò in Spagna e sposò nel 1822 l'ufficiale Francisco de Paula Ruiz del Arco, marchese di una ricca famiglia di Siviglia imparentato con la maggior parte della nobiltà andalusa. Nella loro casa di Siviglia ospitarono varie personalità spagnole e straniere, ma a causa delle simpatie liberali del marito nel 1824 si trasferirono a Dos Hermanas, dove Cecilia si appassionò di folclore andaluso.

Nel 1835 Cecilia restò di nuovo vedova e l'anno dopo partì con la sorella per un viaggio per l'Europa. Durante la loro assenza morì il padre e al loro ritorno Cecilia tornò da sola a Siviglia a causa del cattivo rapporto con sua madre. Nel 1837 sposò Antonio Arrom de Ayala, che aveva circa vent'anni meno di lei, scatenando le critiche della nobiltà sivigliana. Questo però fu il periodo in cui mise in ordine e stampò i propri scritti. Il matrimonio fu segnato da una crisi economica a seguito di alcune opere di Cecilia che mostravano un'attitudine intransigente e antiliberale poco popolari all'epoca. Non si riprese più da quel fallimento. Suo marito si ammalò di tisi e i gravi problemi economici lo spinsero al suicidio nel 1859.

Cecilia rimase in povertà ma i duchi di Montensier e la regina Isabella II le trovarono alloggio in un patio dell'Alcazar di Siviglia. Nel 1868 dovette andarsene perché a causa della rivoluzione quegli alloggi furono messi in vendita. Appoggiò la restaurazione della monarchia nel 1874 ma si opponeva alla libertà di culto promossa dalla nuova costituzione preferendo l'unità cattolica della Spagna. Morì a Siviglia nel 1877 di dissenteria.

Opere[]

Cecilia Böhl scrisse numerosissime opere, tra cui Racconti, indovinelli e detti popolari, raccolta di fiabe, aneddoti e altro pubblicata postuma nel 1921.

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