Il luccio è una fiaba italiana raccolta da Vittorio Imbriani in La novellaja fiorentina.
Tra le note di Imbriani nell'edizione del 1877 compare una variante in milanese, Il secchiello.
Trama[]
Un vedovo e una vedova si sposano. Entrambi hanno una figlia, ma quella di lui è più bella e il re si innamora di lei. La matrigna vorrebbe dare al re la propria figlia, così manda la figliastra a chiedere un setaccio alle fate nella speranza che se la mangino. Lungo la strada la ragazza incontra una vecchietta che le dà dei consigli su come comportarsi a casa delle fate per non passare dei guai. La ragazza arriva nella casa con quattro finestre che le ha indicato la vecchia e sale piano le scale di vetro. Alcune donne la chiamano per scoprire la causa del loro prurito: sono cimici e pidocchi, ma la ragazza dice che sono perle e diamanti, così le fate le promettono perle e diamanti. La ragazza poi sale dalla fata e le chiede il setaccio, ma prima la fata vuole che scelga qualcosa nel guardaroba e lei sceglie il vestito e il cappello più brutti, per questo riceve gli abiti più belli. La fata poi l'avverte che uscendo sentirà l'asino ragliare e lei non dovrà girarsi; dovrà invece girarsi quando sentirà il canto del gallo. La ragazza lascia la casa col setaccio, ignora l'asino e poi si volta al canto del gallo e le cade una stella sulla testa.
La matrigna vuole che anche sua figlia diventi tanto bella, perciò il giorno dopo manda lei a restituire il setacci alle fate. La ragazza non ne ha affatto voglia e pur ricevendo dalla vecchietta tutti i consigli che aveva avuto anche la sorellastra, lei decide di ignorarli e fare a modo suo: sale pesantemente le scale di vetro spezzandole, asseconda le fate senza molta voglia, dice chiaramente loro che lì ci sono cimici e pidocchi, e infine sceglie gli abiti migliori. La fata allora le dà gli abiti più brutti, poi le dice di non voltarsi al canto del gallo e di voltarsi al raglio dell'asino. Quella è l'unica raccomandazione che la ragazza segue, e si ritrova con una coda d'asino sulla fronte.
La matrigna non riesce a togliere la coda a sua figlia, così sfrutta la figliastra facendole fare tutte le faccende. Un giorno la ragazza va a comprare il pesce, ma un luccio le chiede di risparmiarla e lei se lo porta a casa in una vaschetta. Intanto la matrigna è costretta ad accettare che la bellissima figliastra sposi il re. Lui avverte che subito dopo le nozze dovrà fare un lungo viaggio così la matrigna chiede che si faccia una grande carrozza per la sposa. Le nozze avvengono senza problemi e dopo i festeggiamenti la sposa libera il suo amico luccio nel lago, sapendo di dover partire con il re. Il luccio la saluta ma l'avverte che si rivedranno e lei sarà tradita. Durante il viaggio la matrigna nasconde la figlia in un tino, poi con l'inganno fa fare una sosta alla carrozza e resta sola con la sposa. La matrigna le toglie gli occhi e poi la nasconde nel tino, sostituendola con sua figlia. Appena però la brutta sale in carrozza tutti i gatti iniziano a lamentarsi che la bella è sotto il tino e in carrozza c'è l'altra, così il re ordina che i servitori vadano a guardare sotto il tino. Lì trovano la ragazza che chiede di poter lavare i suoi occhi al fiume: lì il luccio le permette di riattaccarseli come prima, poi le raccomanda di togliere di torno la matrigna e la sorellastra, e di portarlo con sé. Il re vede i servitori tornare dal fiume con la sua sposa, scopre che quella in carrozza non era la moglie. Le due donne malvagie vengono chiuse nel tino come consigliato dal luccio e abbandonate a loro stesse. Il corteo del re arriva al palazzo e la giovane regina mette il luccio nella vasca del giardino, dove va a trovarlo ogni giorno e dopo la sua morte lo mette in una campana di cristallo e pietre preziose.
La variante milanese[]
In Il secchiello (Il sidellin) una madre ha una figlia buona e una cattiva, e vuole più bene a quest'ultima. La buona va a prendere l'acqua con un secchio al posto della cattiva che disubbidisce alla madre. Il secchio però le cade nel pozzo e lei scende a recuperarlo. Nel pozzo trova tante porte e lei bussa per sapere se hanno visto il suo secchio finché non le apre la Madonna, che ha trovato il secchio e glielo restituirà se in sua assenza la ragazza darà da mangiare la zuppa a suo figlio e pulirà tutta l'immondizia in casa sua. La ragazza accetta, ma mentre pulisce non trova immondizia, ma gioielli e cose preziose. Quando la Madonna torna la ragazza le mostra le cose preziose trovate senza averne presa una, così quella le propone varie scelte di abiti e ornamenti: la ragazza sceglie sempre l'opzione più umile e per questo riceve la migliore. Riceve poi il secchiello e guardando in alto le scende una stella sulla fronte.
La ragazza torna a casa e sua sorella vuole avere le sue stesse cose, così va al pozzo, fa cadere il secchio e poi va a cercarlo. La Madonna le affida gli stessi compiti che aveva dato all'altra, ma questa ragazza si mangia la zuppa invece di darla al bambino, e quando spazza la casa trova davvero solo sporcizia. Quando la Madonna torna la ragazza mente sull'aver svolto i propri compiti, e davanti alle scelte punta sempre agli oggetti migliori ricevendo i peggiori. Alla fine riceve il secchiello e se ne va, ma guardando in alto le cade addosso letame di bovino, indelebile come la stella di sua sorella. La madre allora realizza che tutto questo è stato fatto dalla Madonna per farle capire che amava troppo la figlia cattiva e trascurava la buona.
Varianti e fiabe simili []
Varianti italiane[]
- Biancabella e il serpente
- I mesi
- La biscia
- La cieca
- La giovane ingraziata
- La Penta Mano-mozza
- Le due pizzette
- Le tre fate
- Le tre sorelle II (Comparetti)