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Il mercante è un racconto italiano in Lo cunto de li cunti di Basile: è il settimo racconto della prima giornata ed è narrato da Ciulla.

Trama []

Antoniello è un mercante ricchissimo e ha due figli che si somigliano tantissimo, Cienzo e Meo. Un giorno Cienzo ha una lite con il figlio del re di Napoli e lo ferisce alla testa con un sasso. Temendo una punizione da parte del re, Cienzo lascia Napoli portando con sé una cagnetta fatata donatagli dal padre.

La prima sera Cienzo chiede ospitalità a una casa ma il padrone non si fida di lui e lo costringe a dormire in una casa diroccata. Lì tre demonietti attirano Cienzo nella cantina, dove piangono perché stanno per perdere il loro tesoro. Cienzo piange e si lamenta con loro giusto per partecipare e all'alba i demonietti gli dicono che il loro tesoro era destinato proprio a lui. Il padrone della torre lo aiuta a uscire dalla cantina e vuole dividere con lui il tesoro, ma Cienzo glielo lascia tutto e riprende il viaggio. Arriva in un bosco dove salva una fata dalle molestie di un gruppo di briganti. Lei vuole portarlo al suo palazzo per ricompensarlo, ma Cienzo rifiuta e prosegue.

Arriva nel regno di Perditesta dove un drago divora una persona al giorno e ora è il turno della principessa Menechella. Appena il drago arriva per mangiarla Cienzo taglia una delle sue sette teste, ma il drago strofina il collo su un'erba magica e riattacca la propria testa. Cienzo allora sferra un colpo che taglia di netto tutte le teste del drago uccidendolo. Dopo aver strappato le lingue Cienzo porta le teste lontano dal corpo perché non si riattacchino di nuovo e rimanda Menechella a casa. Il re di Perditesta è felicissimo e promette la mano della principessa a chiunque l'abbia salvata dal drago. Un contadino allora prende le teste del drago e le mostra a corte rubando i meriti e le ricompense del vero responsabile. Cienzo capisce di essere stato sciocco a non reclamare i propri meriti e scrive una lettera a Menechella perché lo aiuti a svelare la verità. La cagnetta porta la lettera alla principessa. Il re scopre il contenuto della lettera e ordina ai suoi uomini di seguire la cagnetta perché il padrone venga convocato a corte. Cienzo mostra le lingue del drago provando che il contadino è un impostore, ma chiede al re di non farlo giustiziare ricambiando l'affronto con la cortesia.

Cienzo sposa Menechella, ma il mattino dopo si affaccia alla finestra e vede una fanciulla bellissima nella casa di fronte. Attirato dalla sua bellezza prodigiosa Cienzo bussa alla sua porta, ma lei è dotata di poteri magici e intrappola Cienzo con i suoi lunghissimi capelli, gettandolo in un sonno magico. Nel frattempo Meo sente la mancanza di suo fratello e parte con un'altra cagnetta fatata ricevuta dal padre. Arriva alla torre dove il padrone lo scambia per Cienzo e lo accoglie con benevolenza continuando a offrirgli dell'oro; anche la fata nel bosco gli fa molte gentilezze. Meo capisce di essere sulla strada giusta e anche nel regno di Perditesta tutti lo scambiano per il fratello. Meo capisce che Menechella è la moglie di Cienzo, che è scomparso. Meo si finge Cienzo e quella notte divide il letto in due per rispettare la moglie di suo fratello, senza rivelare la propria identità e inventando una scusa.

La mattina dopo Meo si affaccia alla finestra, vede la fata nella casa di fronte e chiede a Menechella chi sa. Menechella, che già il giorno prima aveva notato le attenzioni di Cienzo per la ragazza, va su tutte le furie e teme che suo marito voglia tradirla. Meo le assicura che non è vero, ma ha capito dove cercare Cienzo e va a casa della fata. Lei cerca di intrappolare anche Meo, ma la sua cagnetta la divora in un solo boccone. Meo strofina due peli della cagnetta su Cienzo per svegliarlo, poi gli racconta tutto quello che è successo. Quando però accenna all'aver dormito con Menechella, Cienzo non lo fa finire e preso dalla rabbia gli taglia la testa. Arriva anche Menechella che scopre di aver dormito con il cognato e rimprovera duramente Cienzo per la sua stupidità, dato che Meo aveva onestamente diviso in due il letto. Cienzo capisce di aver commesso uno sbaglio, ma si ricorda dell'erba del drago e la usa per riattaccare la testa a Meo. Dopo avergli chiesto perdono tornano tutti a palazzo, dove poi li raggiunge anche il padre Antoniello con tutta la famiglia.

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Varianti straniere[]

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