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Il pappagallo (I) è una fiaba italiana raccolta da Domenico Comparetti in Novelline popolari italiane.

Questa è una delle due varianti su cui Calvino ha basato la sua Il pappagallo.

Trama[]

Un mercante ha una figlia di cui si innamorano il re e il viceré. Il re non vede l'ora che il mercante parta per parlare con la ragazza, cosa che il viceré vuole impedire. Il viceré va da una maga e le assicura ricchezza e protezione in cambio dell'abilità di trasformarsi in un pappagallo. Lei gli insegna come fare e subito lui diventa un pappagallo e va a parlare con la figlia del mercante. Lei se lo tiene vicino ma un giorno, poco prima della partenza del mercante, il pappagallo vola via. La ragazza prega suo padre di ritrovarlo, mentre il viceré si accorda con la maga perché lei vada a venderlo come pappagallo per strada: il mercante la incontra e compra la gabbia con il viceré pappagallo dentro. Il pappagallo ovviamente non vuole che la ragazza abbia il tempo di parlare con il re, così inizia a raccontarle una storia, ma la prega di non dare udienza a nessuno mentre lui parla.

Il pappagallo racconta la storia della figlia di un mercante rimasta sola mentre i genitori erano in viaggio. La sera si accorse che c'era un uomo sotto al letto, ma fece finta di niente e si mise a letto. L'uomo, capo degli assassini, andò a chiamare i suoi undici compagni credendola addormentata, ma lei si alzò e chiuse per bene la porta di casa. Gli assassini si trovarono tagliati fuori, così il capo fece un buco nella porta: appena mise la mano all'interno la ragazza gliela tagliò di netto e gli assassini scapparono. La ragazza fece tappare il buco dal falegname e non disse nulla fino al ritorno dei genitori, che lodarono il suo coraggio.

Tempo dopo arrivò alla bottega un cliente che chiese da cucire dodici camice. Frequentando la bottega chiese in sposa la ragazza e i genitori furono felici perché sembrava davvero un signore per bene. Dopo le nozze i due sposi si misero in viaggio, ma lui si tolse il guanto rivelando che una mano mancante e che era quindi il capo degli assassini. Lui lasciò la sposa all'osteria perché voleva ucciderla davanti a tutti i suoi compagni e doveva andare a chiamarli, ma in sua assenza la ragazza raccontò tutto all'oste, che scrisse ai genitori di lei perché venissero a prenderla. L'assassino si infuriò quando non la trovò più, ma l'oste finse che erano venuti a prenderla a nome suo e per questo l'aveva fatta partire.

La ragazza tornò a vivere con i genitori e la zia le regalò una bambola identica a lei. Un giorno la famiglia andò a fare una scampagnata e la ragazza lasciò la bambola in carrozza. Passò un re a caccia, che vide la bambola così bella da innamorarsene e rubarla. La ragazza cercò la bambola per tutto il bosco e si perse, arrivando infine in una città il cui re aveva un figlio malato. Lei disse che avrebbe potuto curare il principe e fu ospitata a palazzo. Durante la notte la ragazza andò nel bosco nel giardino del palazzo e trovò una casina, dove un vecchietto e una vecchietta facevano bollire dell'olio: finché l'olio bolliva il principe soffriva, e quando l'olio si fosse consumato tutto lui sarebbe morto. La ragazza finge di volerli aiutare e li manda a riposare, ma mentre quelli dormono abbassa il fuoco così che l'olio non bolla e il principe migliori. La sera dopo la ragazza torna dai vecchi con cibo e bevande: loro mangiano, poi si addormentano e la ragazza li butta nel calderone guarendo il principe. Il re e la regina volevano darle il figlio in sposo, ma lei si accontentò del denaro e ripartì alla ricerca della bambola perduta.

La ragazza arrivò in un altro regno dove era la principessa ad essere malata. Si fece ospitare a palazzo e durante la notte si mise a cercare nel castello finché non trovò in uno scantinato un vecchietto che girava una bambola sul fuoco: quando la bambola si fosse sciolta del tutto, la principessa sarebbe morta. Anche qui la ragazza finse di aiutarlo la prima notte, poi la seconda notte lo fece addormentare, lo uccise con un coltello e spense il fuoco. La principessa guarì e i suoi genitori avrebbero voluto ospitarla come dama della figlia, ma lei ripartì alla ricerca della bambola.

Arrivò nel regno di un re che si diceva fosse impazzito: infatti era lui ad aver rubato la bambola e si disperava perché non riusciva a trovare una sposa uguale a lei. La ragazza si offrì di aiutarlo e quando entrò nelle sue stanze lei ritrovò la bambola e lui trovò la sua sposa. Si fecero grandi nozze e i genitori di lei la raggiunsero.

Mentre il pappagallo racconta questa storia alla figlia del mercante, il re le manda una lettera ma lei dice che non riceverà lettere finché non sarà tornato suo padre, perché vuole sapere come continua la storia. Lo stesso accade quando il re manda una sua dama a farsi annunciare come una zia della ragazza: non riceverà nessuno perché non può fermare la storia sul più bello. Il pappagallo finisce la storia e il mercante ritorna: l'uccello ritorna viceré e chiede la ragazza in sposa: il mercante accetta e le nozze si fanno in giornata. Arriva poi un servitore del re a chiedere la ragazza in moglie per conto del re, ma ormai è troppo tardi e il re muore di crepacuore.

Varianti e fiabe simili []

Varianti italiane[]

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