La Penta Mano-mozza è un racconto italiano in Lo cunto de li cunti di Basile: è il secondo racconto della terza giornata ed è narrato da Cecca.
Trama []
Il re di Piterasecca vuole sposare sua sorella Penta, e dice che più di tutto ama le sue mani. Penta allora se le fa tagliare da uno schiavo e le manda al fratello su un vassoio. Il re è risentito e fa gettare Penta in mare in una cassa. Penta viene trovata dai pescatori e Masiello la lascia alle cure della moglie Nuccia, ma lei è gelosa di Penta e la rigetta in mare. Penta viene trovata dalla nave del re di Terraverde che la mette come dama di compagnia a sua moglie: Penta si fa amare da tutti e impara a fare tutto coi piedi. Tempo dopo la regina è in punto di morte e fa promettere al marito che sposerà Penta, di cui si sa poco ma che ha mostrato di essere di nobili origini e una brava persona. Il re si risposa con Penta che resta incinta.
Nove mesi dopo nasce il bambino, che viene chiamato Nofriello. Un'ambasciata parte per avvertire il re, in viaggio nel regno di Altoscoglio. La nave con la lettera di Penta incontra una burrasca e approda sull'isola dei pescatori, dove Nuccia scopre cosa ne è stato di Penta: morendo d'invidia fa ubriacare il capitano e falsifica la lettera per il re, scrivendo che Penta ha partorito un cane. Il re legge la strana notizia ma scrive alla moglie di mantenere sé stessa e il figlio in salute, perché se è nato loro un cane non è compito suo opporsi a quello che il destino gli ha riservato. Durante il ritorno dell'ambasciata Nuccia riesce a mettere le mani anche su questa lettera e la falsifica, scrivendo che Penta e il figlio dovranno essere bruciati. I sapienti del regno di Terraverde pensano che il re sia diventato pazzo, così si limitano ad allontanare Penta e il bambino dal regno.
Penta raggiunge la terra di Lagotorbido, governata da un mago che la prende a cuore e la accoglie come una figlia. Il mago poi fa pubblicare un bando: chi verrà alla sua corte a raccontare le proprie disgrazie potrà ricevere un premio che vale più di un regno. Nel frattempo il re di Terraverde torna a casa e scopre che Penta e il figlio sono stati cacciati. Trova la lettera falsificata, così indaga sul colpevole e arriva da Nuccia, che confessa di aver agito per gelosia e viene fatta bruciare. Di ritorno a Terraverde il re incontra la nave del re di Pietrasecca, che sta andando dal mago di Lagotorbido. I due re vanno insieme a raccontare le loro sventure. Il mago capisce subito di avere davanti il fratello pentito e il marito di Penta. Lei si rivela con Nofriello, che è già un po' cresciuto. Il mago giudica che il re di Terraverde abbia davvero subito grosse sventure e gli lascia il proprio regno, poi dice a Penta di mettere i moncherini sotto il grembiule: quando li toglie da sotto il grembiule le mani sono ricresciute. Il re di Pietrasecca torna nel suo regno, mentre il marito di Penta lascia Terraverde al fratello minore e resta a governare Lagotorbido con Penta sotto le benedizioni del mago.
Varianti e fiabe simili[]
Varianti italiane[]
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