La gatta bianca è un racconto francese contenuto nella raccolta Le fate alla moda di Aulnoy.
Trama[]
Un re è anziano e gira voce che si voglia togliergli il trono a favore dei suoi tre figli, così lui decide di tenersi buoni i principi con false promesse. Il re dice di volersi ritirare in campagna e lasciare la corona a uno di loro, ma desidera andarci con un cagnolino: lascerà la corona a chi gli troverà il cagnolino più bello e glielo porterà quello stesso giorno l'anno seguente. I tre principi si lasciano in amicizia prendendo strade diverse, senza accompagnatori e cambiando nome per non essere riconosciuti.
Il minore arriva di notte in un palazzo magnifico sulle cui pareti di porcellana sono raffigurate tutte le storie delle fate dall'alba dei tempi al presente, tra qui quella del principe folletto, zio dei tre principi. Il giovane entra nel palazzo incantato condotto da due belle mani senza corpo che lo servono con cibo, abiti nuovi e ogni cosa desideri. Gli unici abitanti che incontra sono dei gatti che suonano per lui come un'orchestra. Si presenta poi una figura alta 50-60 cm, coperta da un lungo velo nero e accompagnata da un corteo di gatti a lutto e portando ratti nelle loro trappole e altri gatti in gabbia. La figura velata si rivela essere una bellissima gatta bianca in grado di parlare e dà il benvenuto al principe nel suo palazzo. La gatta ha un bracciale che raffigura un bellissimo giovane che assomiglia tantissimo al principe, ma lui non fa domande perché c'è qualcosa che sembra intristirla riguardo quel bracciale. Le giornate passano tra caccia, intrattenimento e banchetti, tanto che il principe mette completamente da parte l'incarico datogli dal padre. Il principe ammira tanto la gatta bianca che vorrebbe essere un gatto anche lui, o che lei potesse essere umana.
Passa un anno ed è la gatta a ricordare al principe che mancano solo tre giorni per trovare un cane da portare a suo padre. Solo allora lui ricorda ciò che doveva fare ed è disperato, ma è la gatta a donargli una ghianda che contiene il cagnolino per il re e un velocissimo cavallo di legno che lo porterà dal re in poche ore.
I tre fratelli si ritrovano alla corte del padre, ma il giovane vuole tenere segrete le proprie avventure e mostra loro sono un brutto cagnetto. Il fratelli ne sono segretamente contenti perché questo aumenta le loro possibilità di compiacere il padre e ottenere la corona. Il giovane principe però apre la ghianda e ne esce Toutou, il cagnolino più grazioso e prodigioso che si sia mai visto. Il re non può negare che il figlio minore abbia la carta vincente, ma neanche vuole lasciare davvero il trono, perciò dice ai figli che sono stati tutti così bravi nello svolgere i loro compiti che ha bisogno di metterli ancora alla prova: dovranno trovare in un anno una stoffa così fine che potrebbe passare nella cruna di un ago. I tre principi partono e il minore torna dalla gatta bianca. Lei gli assicura di avere gatti molto capaci e lei stessa parteciperà alla tessitura di una stoffa prodigiosa che impressionerà il re.
Passa un altro anno nel bellissimo palazzo della gatta, che tratta con riguardo il principe ma si rifiuta sempre di condividere con lui la sua storia. Stavolta il principe parte su un calesse d'oro tirato da dodici cavalli bianchi e un seguito di migliaia di guardie, tutti con l'insegna della gatta bianca. La gatta gli dà anche una noce che contiene la stoffa per il re. I fratelli maggiori intanto arrivano per primi al palazzo del padre e mostrano entrambi stoffe finissime, tanto fini da passare per la cruna di un ago grande ma non da quella di un ago piccolo, cosa che il re usa come pretesto per non cedere la corona. A quel punto però arriva il principe più giovane col suo magnifico seguito e apre la noce davanti al re, ma invece della stoffa ci trova una nocciola. Nella nocciola c'è un seme di ciliegia, e dentro un altro gheriglio, e dentro un seme di miglio. Il re e la corte credono che sia stato preso in giro e lui stesso inizia a dubitare della gatta bianca, ma appena dubita di lei sente artigli di gatto graffiargli la mano a sangue. Il principe allora apre il seme di miglio e ne escono miglia e miglia di tessuto fine con tantissimi ricami meravigliosi e raffigurazioni di tutte le famiglie reali di quel momento e di tutti i loro sudditi. Il re e i fratelli maggiori sanno che non c'è niente di paragonabile a quel tessuto e anche stavolta la corona spetta al principe più giovane. Il re però prende tempo un'ultima volta, ordinando ai figli di tornare un anno dopo con una bellissima giovane da sposare, e quel punto lui lascerà per davvero la corona a chi gli porterà la nuora più bella.
La gatta bianca consola il principe per l'ennesima negazione della corona che gli spettava, ma gli assicura che troverà per lui una giovane sposa che gli farà conquistare il trono. Passa un anno e la gatta bianca ricorda al principe che è ora di tornare dal re, ma prima lui dovrà tagliarle la testa e la coda e gettarle nel fuoco. Lui non vuole saperne, ma lei insiste che quello è l'unico modo per ottenere la corona e che non desidera altro. Alla fine lui cede e fa quel che la gatta gli ha ordinato, ma il corpo della gatta morta si trasforma nella ragazza più bella chi si sia mai vista. Anche tutti gli altri abitanti del palazzo tornano umani.
La regina che era la gatta spiega al principe che sua madre era ossessionata da alcuni bellissimi frutti nel giardino di un palazzo delle fate, e desiderava tanto mangiarli da ammalarsi. La fata Violenta era apparsa per concederle tutti i frutti che voleva, ma in cambio aveva chiesto la principessa che presto sarebbe nata: le fate l'avrebbero cresciuta come una figlia. La regina aveva accettato perché altrimenti sarebbe morta e sua figlia non sarebbe mai nata, ma il re non aveva apprezzato l'accordo e aveva chiuso la moglie in una torre rifiutandosi di dare la figlia alle fate. Violenta e le altre fate allora avevano portato una grande devastazione e un drago sui sei regni del re, che su consiglio di una fata amica aveva infine ceduto sua figlia. Le fate erano venute con altre fate loro amiche a prendere la bambina e l'avevano portata via sul drago dopo aver festeggiato.
La principessa era cresciuta su una torre enorme e magnifica con un giardino in cima ma senza porte, credendo di essere la figlia delle fate che venivano a trovarla con il drago. Con lei c'erano solo un pappagallo e un cagnolino parlanti, Perroquet e Toutou. Un giorno la principessa aveva visto un giovane re nella foresta e i due avevano iniziato a comunicare e a scambiarsi doni. Lei però era preoccupata che Violenta potesse fargli del male e aveva mandato il suo pappagallo a dirgli di non tornare, ma lui le aveva mandato un anello e un suo piccolo ritratto. Le fate avevano capito che era ora di trovarle marito e avevano scelto per lei re Migonnet, di origini fatate ma dall'aspetto deforme. La principessa aveva preparato una corda per fuggire con il giovane re, ma dato che lei aveva espresso un rude rifiuto verso Migonnet, lui e le fate avevano pianificato di rapirla di notte e avevano interrotto la fuga dei due innamorati. Il giovane re era stato mangiato dal drago e anche lei allora aveva provato a farsi mangiare, ma le fate l'avevano punita trasformandola nella gatta bianca. Solo allora lei aveva scoperto la storia dei suoi genitori, ormai morti, e avevano trasformato con lei tutta la sua corte. Le fate avevano anche condannato la gatta a restare tale finché non avesse trovato un altro innamorato che somigliasse a quello che era stato mangiato.
Ora la gatta è tornata umana perché ha trovato l'amato identico a quello perduto, e i due giovani insieme tornano dal padre del principe. Lui incontra i suoi fratelli ma la principessa si nasconde in una grande roccia di cristallo: gli altri due principi mostrano a tutti le bellissime spose che hanno trovato, mentre il minore finge di essere tornato a mani vuote, solo con una graziosa gatta bianca dentro il cristallo. Il re è un po' dispiaciuto che le due spose dei figli siano così belle. Si avvicina poi al cristallo portato dal figlio minore e ne esce a sorpresa la principessa vestita di bianco. Lei si presenta come l'erede di sei regni ed è felice di lasciarne uno al re e due ai fratelli maggiori del suo sposo. Le nozze vengono celebrate e tutti regnano contenti.
Varianti e fiabe simili[]
Varianti italiane[]
- Il principe che sposò una rana
- I tre fratelli (Imbriani)
- La moglie trovata con la frombola
- La rana
- La ranocchia (Corazzini)
- La ranocchia (De Nino)
- Petrosinella (Basile) (flashback della gatta)
- Rana Rana
Varianti straniere[]
- Raperonzolo, Persinette e AnthousaXanthousaChrisomalousa (flashback della gatta)