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Livoretto è un racconto italiano in Le piacevoli notti di Straparola: è il secondo racconto della terza giornata ed è narrato da Arianna.

Trama []

Dalfreno re di Tunisi ha due figli, Listico e Livoretto, ma la legge vuole che il regno passi solo alle femmine. Il re e la regina temono che dopo la loro morte i figli subiscano un triste destino, così danno loro molte ricchezze e li mandano per il mondo in cerca di una buona sorte. La regina dona a Livoretto anche un cavallo fatato. Listico va a occidente e Livoretto a oriente.

Livoretto spende tutte le ricchezze e raggiunge impoverito Il Cairo, dove regna l'astuto ma anziano sultano Danebruno. Il sultano è innamorato di Bellisandra, figlia di Attarante re di Damasco, e per questo assedia la sua città. Livoretto ha bisogno di lavorare e si fa prendere come guardiano di porci alla corte del sultano, cosa che gli vale il soprannome di Porcarollo. La sua devozione al lavoro gli dà una buona fama, così viene assegnato alla cura dei cavalli. Livoretto ammaestra un cavallo e gli insegna a fare le più ammirevoli piroette, tali da togliere la malinconia del vecchio sultano: Danebruno non vuole che il talento di Livoretto vada sprecato e lo mette come attendente alla sua mensa. Questo però attira l'invidia degli altri servi: lo schiavo Chebur dice al sultano che Livoretto si è vantato di potergli dare Bellisandra, così il sultano irato ordina a Livoretto di farlo davvero o gli taglierà la testa.

Il cavallo fatato consiglia Livoretto di farsi fare una lettera dal sultano con l'ordine di levare l'assedio da Damasco, così da poter agire indisturbato. Livoretto poi parte e lungo la strada trova un pesce in fin di vita che gli chiede aiuto. Livoretto lo ripulisce e lo rimette in acqua, così il pesce gli lascia alcune sue squame con le quali il giovane potrà chiedergli aiuto. Più avanti Livoretto soccorre anche un falco rimasto intrappolato in un fiume ghiacciato e quello gli lascia in dono due piume. Livoretto arriva a Damasco e porta la lettera al comandante, che leva l'assedio e torna al Cairo. Il giorno dopo Livoretto entra in città e attira l'attenzione di Bellisandra facendo prodezze col suo cavallo fatato. Bellisandra si innamora del cavallo e implora il padre di comprarglielo, ma Livoretto chiede un prezzo improponibile anche per il re. La regina promette a Bellisandra che quando suo padre lascerà la città andranno insieme a mercanteggiare per il cavallo. Quel giorno Livoretto finge di averci ripensato e volerle lasciare il cavallo in dono, ma appena Bellisandra sale sul cavallo sale anche lui e la rapisce per portarla al Cairo. Bellisandra allora si sfila l'anellino e lo fa cadere in un fiume.

Bellisandra non vuole saperne del sultano e non si concederà finché non riavrà l'anello perduto. Il cavallo ricorda a Livoretto del pesce, così il giovane posa le squame sull'acqua del fiume e il pesce arriva con l'anello di Bellisandra. Lei però è ancora risentita per l'inganno di Livoretto e pretende che lui le porti l'acqua della vita. Livoretto torna dove ha salvato il falcone e pianta le penne nel terreno per chiamarlo: l'acqua della vita infatti è custodita da due leoni e due dragoni, ma il falco può raggiungerla in volo e portarla a Livoretto. Appena Bellissandra riceve l'acqua della vita taglia la gola a Livoretto, poi gli taglia la testa, lo riduce a una pasta e rimodella di nuovo la sua figura, cospargendolo poi con l'acqua per farlo risvegliare più bello di prima. Il sultano vede tale prodigio e le chiede di ricevere lo stesso trattamento, così da tornare giovane: Bellisandra lo uccide, però lo getta dalla finestra perché vuole sposare Livoretto. La corte scopre i prodigi di Bellisandra e che quello che conoscevano come Porcarollo non è altri che Livoretto figlio del re di Tunisi: Bellisandra e Livoretto si sposano e governano il Cairo, e invitano anche il padre di lui alle nozze.

Varianti e fiabe simili[]

Varianti straniere[]

Testo integrale[]

https://it.wikisource.org/wiki/Le_piacevoli_notti/Notte_III/Favola_II

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