Sapia Liccarda un racconto italiano in Lo cunto de li cunti di Basile: è il quarto racconto della terza giornata ed è narrato da Tolla.
Trama []
Il mercante Marcone vive a Villaperta e ha tre figlie: Bella, Cenzolla e Sapia Liccarda. Un giorno Marcone parte per affari e le sorelle di Sapia attirano l'attenzione dei figli del re di Villaperta: Ceccariello, Gazullo e Tore. Le sorelle di Sapia danno appuntamento a due principi, ma Sapia di rifiuta di incontrare Tore. Dopo l'appuntamento le sorelle di Sapia sono rimaste incinte, mentre Tore ci è rimasto male e chiede il loro aiuto per incontrare Sapia. Le sorelle mandano Sapia a procurarsi del cibo alla corte del re, ma lei si traveste da mendicante mettendosi un pettine da lino sulla schiena, così quando Tore si graffia le mani quando cerca di afferrarla. Due giorni dopo le sorelle di Sapia dicono di aver voglia delle pere del giardino reale e Sapia va con un altro travestimento. Tore la riconosce, sale di persona sull'albero e le lancia le pere, ma poi Sapia gli toglie la scala impedendogli di scendere.
Tempo dopo le sorelle di Sapia partoriscono e temono l'ira del padre che deve ancora tornare, così chiedono a Sapia di portare i bambini dai loro padri. Sapia lascia i bambini nelle camere dei principi e un grande sasso nel letto di Tore: i principi fanno i salti di gioia quando trovano i figli, mentre Tore gettandosi a letto sbatte la testa sul sasso. Marcone torna a casa e scopre cosa hanno fatto le figlie grazie a degli anelli magici, ma i principi vanno a chiedergli di poter sposare le sue figlie e tutto si sistema. Le nozze vengono accordate anche per Sapia e Tore, ma lei si ricorda di tutti i dispetti che gli ha fatto ed è sicura che si vorrà vendicare. Sapia prepara una statua di zucchero e la mette nel letto per vedere come si comporta Tore. Il principe infatti accoltella la bambola per vendicarsi dei dispetti subiti, ma poi si pente di quello che crede di aver fatto e vuole uccidersi per rimediare. Sapia allora esce dal suo nascondiglio e lo ferma, poi si chiariscono.