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{{Profilo_fiaba|title1 = ''Vardiello''|image1 = Vardiello WG.jpg|titolo_originale = ''Vardiello''|autore = [[Giambattista Basile]]|raccolta = ''[[Lo cunto de li cunti]]''|numero_fiaba = I - 4|prima_pubblicazione = 1634|paese = Italia|precedente = ''[[Peruonto]]''|successiva = ''[[La pulce]]''}}'''''Vardiello '''''è una fiaba italiana inclusa nell'opera ''[[Lo cunto de li cunti]]'': è il quarto racconto della prima giornata, ed è narrato da [[Il racconto dei racconti (cornice)|Tolla]].
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== Trama ==
 
== Trama ==
[[Eroe|Vardiello]] è un ragazzo ingenuo e buono a nulla che vive con la madre Grannonia. Un giorno la madre deve uscire e raccomanda al figlio di tenere d'occhio la chioccia e di non [[cibo|mangiare]] le noci velenose nel vasetto nella credenza. Vardiello prepara uno scherzo per dei bambini ma si accorge che la chioccia non sta covando. Cerca di riportarla verso le uova ma quella non si smuove, allora lui, cercando di spaventarla con un martello, la uccide per sbaglio. Vardiello pensa di poter sostituire la chioccia e si siede sulle uova per covarle, e le rompe tutte. Vardiello è disperato ma ha anche fame, così pensa di cucinarsi la chioccia e quando la carne è quasi cotta scende in cantina a prendersi del vino. Un gatto però ruba la chioccia con tutto lo spiedo e Vardiello non riesce a fermarlo, e quando torna in cantina si accorge di aver lasciato il barile aperto allagando tutto. Per rimediare prende un sacco di farina e la sparge sul pavimento, e si rende conto solo dopo di non aver avuto una grande idea. Dopo tanti disastri Vardiello decide di non farsi trovare vivo dalla madre, così mangia le noci velenose e si nasconde nel forno.
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[[Eroe|Vardiello]] è un ragazzo ingenuo e buono a nulla che vive con la madre Grannonia. Un giorno la madre deve uscire e raccomanda al figlio di tenere d'occhio la chioccia e di non mangiare le noci velenose nel vasetto nella credenza. Vardiello prepara uno scherzo per dei bambini ma si accorge che la chioccia non sta covando. Cerca di riportarla verso le uova ma quella non si smuove, allora lui, cercando di spaventarla con un martello, la uccide per sbaglio. Vardiello pensa di poter sostituire la chioccia e si siede sulle uova per covarle, e le rompe tutte. Vardiello è disperato ma ha anche fame, così pensa di cucinarsi la chioccia e quando la carne è quasi cotta scende in cantina a prendersi del vino. Un gatto però ruba la chioccia con tutto lo spiedo e Vardiello non riesce a fermarlo, e quando torna in cantina si accorge di aver lasciato il barile aperto allagando tutto. Per rimediare prende un sacco di farina e la sparge sul pavimento, e si rende conto solo dopo di non aver avuto una grande idea. Dopo tanti disastri Vardiello decide di non farsi trovare vivo dalla madre, così mangia le noci velenose e si nasconde nel forno.
   
 
Grannonia ritorna e dal forno Vardiello le racconta tutto quello che è successo. Lei cerca di tranquillizzarlo dicendogli che le noci in realtà erano una medicina per lo stomaco. Una volta convinto il figlio a uscire dal forno Grannonia gli dà una tela e gli dice di andare a venderla, raccomandandogli di non fare affari con persone di troppe parole. Lungo la strada Vardiello si stanca e si siede nel cortile di un casale abbandonato dove c'è solo la statua di un uomo. Vardiello lo scambia per una persona vera e comincia a fargli domande, e vedendolo di poche parole Vardiello gli lascia la tela per fargliela esaminare, così se sarà interessato il giorno dopo gli darà i soldi. Grannonia si dispera una volta saputo che affare ha fatto il figlio, ma Vardiello è sicuro del fatto suo.
 
Grannonia ritorna e dal forno Vardiello le racconta tutto quello che è successo. Lei cerca di tranquillizzarlo dicendogli che le noci in realtà erano una medicina per lo stomaco. Una volta convinto il figlio a uscire dal forno Grannonia gli dà una tela e gli dice di andare a venderla, raccomandandogli di non fare affari con persone di troppe parole. Lungo la strada Vardiello si stanca e si siede nel cortile di un casale abbandonato dove c'è solo la statua di un uomo. Vardiello lo scambia per una persona vera e comincia a fargli domande, e vedendolo di poche parole Vardiello gli lascia la tela per fargliela esaminare, così se sarà interessato il giorno dopo gli darà i soldi. Grannonia si dispera una volta saputo che affare ha fatto il figlio, ma Vardiello è sicuro del fatto suo.

Versione delle 10:06, 30 mag 2020

Vardiello è un racconto italiano in Lo cunto de li cunti di Basile: è il quarto racconto della prima giornata ed è narrato da Tolla.

Trama

Vardiello è un ragazzo ingenuo e buono a nulla che vive con la madre Grannonia. Un giorno la madre deve uscire e raccomanda al figlio di tenere d'occhio la chioccia e di non mangiare le noci velenose nel vasetto nella credenza. Vardiello prepara uno scherzo per dei bambini ma si accorge che la chioccia non sta covando. Cerca di riportarla verso le uova ma quella non si smuove, allora lui, cercando di spaventarla con un martello, la uccide per sbaglio. Vardiello pensa di poter sostituire la chioccia e si siede sulle uova per covarle, e le rompe tutte. Vardiello è disperato ma ha anche fame, così pensa di cucinarsi la chioccia e quando la carne è quasi cotta scende in cantina a prendersi del vino. Un gatto però ruba la chioccia con tutto lo spiedo e Vardiello non riesce a fermarlo, e quando torna in cantina si accorge di aver lasciato il barile aperto allagando tutto. Per rimediare prende un sacco di farina e la sparge sul pavimento, e si rende conto solo dopo di non aver avuto una grande idea. Dopo tanti disastri Vardiello decide di non farsi trovare vivo dalla madre, così mangia le noci velenose e si nasconde nel forno.

Grannonia ritorna e dal forno Vardiello le racconta tutto quello che è successo. Lei cerca di tranquillizzarlo dicendogli che le noci in realtà erano una medicina per lo stomaco. Una volta convinto il figlio a uscire dal forno Grannonia gli dà una tela e gli dice di andare a venderla, raccomandandogli di non fare affari con persone di troppe parole. Lungo la strada Vardiello si stanca e si siede nel cortile di un casale abbandonato dove c'è solo la statua di un uomo. Vardiello lo scambia per una persona vera e comincia a fargli domande, e vedendolo di poche parole Vardiello gli lascia la tela per fargliela esaminare, così se sarà interessato il giorno dopo gli darà i soldi. Grannonia si dispera una volta saputo che affare ha fatto il figlio, ma Vardiello è sicuro del fatto suo.

Il giorno dopo Vardiello torna dalla statua e le chiede un'opinione, ma la statua non sembra volerlo pagare e Vardiello gli lancia una sassata: il petto della statua si rompe e ne esce un fiume di oro e gioielli. Vardiello torna felice dalla madre con quel tesoro, ma Grannonia sa che il figlio è poco accorto e lo racconterà in giro. Gli chiede allora di mettersi alla porta e aspettare che passi il venditore del latte, e dal piano di sopra fa cadere dalla finestra un'enorme quantità di uva passa e fichi secchi: Vardiello è convinto che quel cibo piova davvero dal cielo. Tempo dopo Vardiello vede due operai della corte che litigano per una moneta d'oro, e si vanta di aver trovato tanti di quei soldi da non curarsi di una sola moneta. La gente della corte è incuriosita, ma quando Vardiello dice di aver trovato un tesoro in un uomo cavo il giorno che c'è stata la pioggia di uva passa e fichi secchi, il giudice competente decide di farlo internare in un manicomio. E Grannonia, grazie alla propria accortezza, può vivere senza la povertà di prima e senza i disastri di Vardiello.

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