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Vardiello è una fiaba italiana inclusa nell'opera Lo cunto de li cunti: è il quarto racconto della prima giornata, ed è narrato da Tolla.

Anche se il racconto è incluso in una raccolta di fiabe, in Vardiello l'elemento fantastico è completamente assente.

Trama

Vardiello è un ragazzo ingenuo e buono a nulla che vive con la madre Grannonia. Un giorno la madre deve uscire e raccomanda al figlio di tenere d'occhio la chioccia e di non mangiare le noci velenose nel vasetto nella credenza. Vardiello passa il tempo a preparare uno scherzo per dei bambini ma si accorge che la chioccia non sta covando. Così cerca di riportarla verso le uova ma quella non si smuove: così lui, cercando di spaventarla con un martello, la uccide per sbaglio. Vardiello pensa di poter sostituire la chioccia e si siede sulle uova per covarle, e le rompe tutte. Vardiello è disperato ma ha anche fame, così pensa di cucinarsi la chioccia. Quando la carne è quasi cotta Vardiello scende in cantina a prendersi del vino, ma mentre è lì un gatto ruba la chioccia con tutto lo spiedo. Vardiello non riesce a prendere il gatto, e quando torna in cantina si accorge di aver lasciato il barile aperto, e ora il pavimento è tutto allagato. Per rimediare prende un sacco di farina e la sparge sul pavimento, pensando che così la madre non si accorgerebbe del vino versato, e si rende conto solo dopo di non aver avuto una grande idea. Dopo tanti disastri Vardiello decide di non farsi trovare vivo dalla madre, così mangia le noci velenose e si nasconde nel forno.

Grannonia ritorna e dal forno Vardiello le racconta tutto quello che è successo. Lei cerca di tranquillizzarlo dicendogli che le noci non erano velenose, ma medicina per lo stomaco. Una volta convinto il figlio a uscire dal forno, Grannonia gli dà una tela e gli dice di andarla a vendere, raccomandandogli di non fare affari con persone di troppe parole. Vardiello va, e lungo la strada si stanca e si siede nel cortile di un casale abbandonato dove c'è solo la statua di un uomo. Vardiello lo scambia per una persona vera e comincia a fargli domande, e vedendolo di poche parole gli chiede se vuole comprare la sua tela. La statua non risponde, Vardiello gli lascia la tela per fargliela esaminare e così, se sarà interessato, il giorno dopo gli darà i soldi. Grannonia si dispera una volta saputo che affare ha fatto il figlio, ma Vardiello è sicuro del fatto suo.

Il giorno dopo Vardiello torna dalla statua e le chiede un'opinione, ma chiaramente non riceve risposta. Arrabbiato perché la statua non sembra volerlo pagare, Vardiello gli lancia una sassata: il petto della statua si rompe e ne esce un fiume di oro e gioielli. Vardiello torna felice dalla madre con quel tesoro, ma Grannonia sa che il figlio è poco accorto e lo racconterà in giro. Gli chiede allora di mettersi alla porta e aspettare che passi il venditore del latte, e mentre Vardiello aspetta Grannonia gli fa cadere dalla finestra un'enorme quantità di uva passa e fichi secchi: Vardiello è convinto che quel cibo piova davvero dal cielo. Tempo dopo Vardiello è in giro e vede due operai della corte che litigano per una moneta d'oro. Vardiello si vanta di aver trovato tanti di quei soldi da non curarsi di una sola moneta. La gente della corte è incuriosita, ma quando Vardiello dice di aver trovato un tesoro in un uomo cavo il giorno che c'è stata la pioggia di uva passa e fichi secchi, il giudice competente decide di farlo internare in un manicomio. E Grannonia, grazie alla sua accortezza, può vivere senza la povertà di prima e senza i disastri di Vardiello.

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